ll nucleare va avanti. Anche se gli italiani hanno detto di no. Il 10 febbraio scorso, anche se la notizia è passata in secondo piano considerato il risalto dato dai media alla questione Bertolaso, il governo ha approvato il decreto per la scelta dei siti dove costruire le centrali.
In regime di perdita della democrazia, come lo sono tutte le democrazie rappresentative, la delega in bianco, senza possibilità di revoca, che gli elettori danno al governo che vanno ad eleggere, ha prodotto dunque l’ennesima scempiaggine nei confronti del popolo sovrano.
In merito al nucleare ci sono alcuni punti di ordine pratico da chiarire, oltre a quello esistenziale, ovvio, secondo il quale un mondo che sta distruggendo il pianeta con i suoi consumi non è in grado di operare un cambiamento di rotta, rispetto allo sviluppo insostenibile nel quale si crogiola, e invece di trovare un sistema per ridurre i consumi mette a punto, mediante la tecnologia, dei sistemi in grado di fare più danni di quanti ne risolvano. Ma questo è discorso ampio. Gli altri punti pratici sono invece molto semplici da capire, a patto che si voglia farlo. (…)
(per Ribelle Quotidiano)