In merito al problema dello smog - che periodicamente assurge alle cronache di prima pagina, come il caso di Milano dei giorni nostri - come al solito si sta svolgendo operazione di mistificazione della realtà (unitamente a polemiche di vario e piccolo cabotaggio). Non bastasse questo, tanto per cambiare, si sta sbagliando del tutto la chiave di lettura per comprendere il fenomeno e la prospettiva nella quale porre l’argomento.
Vediamo. Lo stop alla circolazione dei veicoli per la giornata di ieri a Milano ha dato il là a una serie di riflessioni inutili, fuori fuoco e tema, in merito al presunto “flop delle politiche anti-traffico”.
Il paradosso è esilarante, non fosse che riguarda un fenomeno terribile. Nel momento in cui si discute di Ztl, permessi e congestione stradale, e dunque di un ipotetico fallimento di queste politiche, si evita accuratamente (incapacità o volontà?) di citare l’origine del tutto: il nostro sistema di sviluppo e di vita sociale che prevede nell’automobile non solo uno status symbol, ma un elemento imprescindibile della nostra economia.
Nello stesso momento in cui si cercano di prendere - inutili - provvedimenti per ridurre la quantità di smog presente nelle nostre città, lo stesso Stato italiano, infatti, concede nuovi contributi pubblici per incentivare l’acquisto delle automobili e supportare - solo economicamente, s’intende - il settore del suo indotto.
Nello stesso momento in cui si fa finta di stracciarsi le vesti per la questione sanitaria (…)
(Per Ribelle Quotidiano)