O del come sia sacrosanto che gli inviati non fanno un cazzo se non divertirsi a sbafo.
Ieri il mio sodale di cazzate ha avuto una illuminazione. Il che non è tanto sorprendente per la aperiodicità con la quale ha delle illuminazioni in genere, quanto per l’orario mattutino nel quale tale illuminazione gli è arrivata.
Albeggiava appena, per lui, e alle 17 e 30 - orario stabilito per la riunione di redazione - il Sodale si apprestava a partecipare a uno di quei pomeriggi in grado di cambiare la sua vita. Almeno per qualche mese all’anno.
Io me la menavo con Sara e le due, tre, quattrocento cose che avrebbe dovuto fare (oggi N.d.R.) - poverina, la piccola, che è passata dai libri e gli esoneri universitari al caos tutt’altro che calmo di una redazione incasinatissima. Devo aumentarle lo stipendio, appena ci riesco. Dall’altro lato c’era Elisa e Alex che menavano forte con la diretta video della Maglie che parlava di giornalismo libero e altre amenità, lei, lei che parlava dalla sede di una fondazione, ovvero una di quelle istituzioni nate e tenute in vita al solo scopo di elargire stipendi. Comunque.
E poi c’era il Sodale, Giuliano via Msn, e me. Me che devo far girare un po’ di cose ma ogni tanto mi ricordo pure del mestiere e insomma non divaghiamo.
- Quanti post riesci a fare a settimana su questo argomento?
Pausa, lunga pausa, reset in memoria, accensione di sigaretta - sì, il mio studio è de-sirchizzato - e voce grave.
- Mah, è dura. Diciamo uno. Uno ogni quindici giorni.
- Ah, peccato, me ne servivano di più.
- Perché? Meglio non postare nulla se la notizia non c’è piuttosto che postare stronzate.
- Se me ne fai due, due a settimana dico, io tempo due mesi accredito la testata nel circuito del Rugby e ti mando come inviato a tutte le manifestazioni della nazionale. Ogni anno. Sei Nazioni, Mondiali e cazzi e stramazzi che siano. Dove sono i prossimi?
- Australia.
- Ok, ti mando in Australia. Ma dobbiamo essere presenti e riconoscibili nel dibattito. Ci si deve lavorare.
- Allora facciamo tre a settimana e stiamo sicuri.
- Ci riesci?
- Sicuro, che ce vo?